Iniziamo subito dal doveroso ringraziamento agli dei della velocità. Jorge Martin sta bene.
O meglio, sta bene per uno che è stato investito dalla ruota anteriore dell’incolpevole Diggia, dopo esser scivolato su un cordolo. Certo si parla di molteplici fratture alle costole e di uno pneumotorace che ha richiesto un drenaggio per consentire la riespansione polmonare. Ma stiamo parlando anche di Martinator e non abbiamo dubbi che la sua forza d’animo possa accelerare la guarigione e riportarlo in sella il prima possibile. A una settimana dall’incidente di Lusail, il campione del mondo in carica è stato dimesso dall’Hamad General Hospital di Doha anche se dovrà prolungare il suo riposo in Qatar, perlomeno fino a quando la sua condizione medica si sarà stabilizzata.
Per l’Aprilia continua a diluviare sul bagnato, anche se di fronte a quelle terribili immagini che tanto da vicino hanno ricordato la tragedia di Simoncelli, bisogna solo ringraziare il cielo e guardare comunque avanti.
Proprio guardando al cielo, allora, ci viene in mente che lo sport tradizionale del Qatar è la falconeria, ovvero la caccia con il falcone. Sport che certo non si presta sostituire la nostra amata passione per tutto ciò che va dannatamente veloce su due ruote, ma che in qualche modo si offre come utile metafora della attuale situazione in pista.
DI fronte al miglioramento della prestazione di Bagnaia ad Austin, infatti, pur senza gridare al miracolo avevamo sperato che qualcosa stesse cambiando nella triste routine dell’assoluto dominio dei fratelli Marquez. La vittoria nel Gran Premio era, certo, avvenuta per la caduta del suo rivale, ma la sua performance aveva autorizzato a pensare che l’inverno potesse essere archiviato.
Ma in una terra dove si pratica la falconeria, le rondini hanno una vita se non breve, sicuramente poco spavalda.
La scivolata in qualifica infatti ha segnato il weekend di gara. Pecco nella Sprint non ha fatto meglio dell’ottavo posto, mentre il secondo posto della domenica, distante secondi luce da Marc Marquez, non porta alcun sollievo. Se non quello, invero misero, di accorciare in classifica su Alex Marquez, secondo nella Sprint, ma incredibilmente nervoso nel Gran Premio, tanto da colpire il fratello, centrare Di Giannantonio, subire un giusto long lap penalty e finire comunque sesto.
Duole dirlo. Duole pure parecchio, ma il vero avversario di Bagnaia, in quello che è persino il suo miglior inizio di stagione nella motogp, è il fratello lento della famiglia Marquez. E la sfida non sta andando neppure troppo bene, considerando che Alex guida una Panigale 2024.
Onore al Team Gresini.
Che la Panigale 2024, poi, sia una gran moto lo dimostrano le eccellenti prestazioni di Morbidelli, tornato con regolarità a salire il gradino più basso del podio.
Rattrista la penalità che ha retrocesso il buon Viñales al quattordicesimo posto. Le regole sono le regole, vanno rispettate anche se non condivise. E quella sulla pressione degli pneumatici qualche dubbio lo suscita. La sua prestazione però era stata esaltante e vederlo battagliare per le prime posizioni una gioia per gli occhi degli appassionati. Il suo indiscutibile talento è secondo solo alla incomprensibilità della sua mancanza di regolarità. Ma tant’è!
Per il resto che dire, Quartararo che parte in prima fila a parte, tutto sembra rimandato al 2027 e la Pole, la vittoria nella Sprint, quella nel Gran Premio, i rispettivi giri veloci in gara conseguiti da Marc Marquez appaiano solo come la ripetitiva routine lavorativa di uno che ormai passeggia in pista, contando il numero dei giri che mancano alla ennesima vittoria.